Siamo alle solite.
C’è chi si sopravvaluta e chi, invece, si sottovaluta e svilisce le proprie abilità facilmente.
Trovare l’equilibrio, ma soprattutto, la corretta percezione di sé è tanto difficile per molti.
Nello scorso articolo parlavo di bias, scorciatoie cognitive che inducono in facili errori di valutazione e dell’effetto Dunning-Kruger (sulla superiorità illusoria e la conseguente sopravvalutazione di sé stessi). Se te lo sei perso, ti consiglio di recuperarlo per comprendere più a fondo l’argomento.
Oggi, ascoltando il racconto di una risposta supponente, presuntuosa e fuori luogo, non avrei dovuto, ma mi sono sorpresa per l’ennesima volta.
Del resto, Milan Kundera diceva: “La stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva dall’avere per ogni cosa una domanda” e William Shakespeare: “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido che crede di essere saggio”. E ancora Albert Einstein: “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma non sono sicuro dell’universo.”
Quindi perché stupirmi di un comportamento stupido?
Forse, mi giustifico con ironia, proprio perché dinnanzi all’infinito è inevitabile provare una profonda sensazione di stupore.
Ma poi il passo tra la presa di consapevolezza e l’accettazione di cui parla Tolle nel libro “Il potere di adesso” è breve.
Un’accettazione ben distante dal concetto di rassegnazione.
Un’accettazione che è, invece, punto di partenza.
Mi rendo conto della situazione, cioè, la metabolizzo, mi muovo verso la soluzione.
Davanti ad un comportamento stupido le possibili soluzioni sono molte, dipende dalla relazione che hai con la persona, dal ruolo, dall’ambiente in cui vivete, dalla gravità del comportamento e dei suoi effetti e, soprattutto, da quello che vuoi ottenere alla fine.
Ti interessa salvare il rapporto o preferisci troncare?
Perché le variabili che puoi controllare sono quelle su cui puoi in qualche modo avere un’influenza.
L’intelligenza dell’altro è esclusa.
Puoi, come sempre, lavorare solo su te stesso.
Il cambiamento che porti nel tuo focus, nelle tue parole e nelle tue azioni incide poi inevitabilmente sugli altri.
Come tu stesso risenti degli umori altrui che determinano la maleducazione o l’educazione nei tuoi confronti, delle parole pronunciate per ferirti o per farti crescere, dell’invasione o del rispetto del tuo spazio e del tuo tempo.
Tutto è correlato e connesso.
A te la scelta.
(foto unsplashed)